Il Triduo della Batik Band

triduo cover art RR

 

Stella in Alto Mare ha intervistato la Batik Band, Scout Band di Piacenza che ha presentato il suo nuovo progetto musicale: TRIDUO

La Batik Band la possiamo trovare su BandCamp (https://batikband.bandcamp.com/), su YouTube (http://tinyurl.com/y3yewdhy), su Spotify (http://tinyurl.com/y24jzb2p) e su WebRadioScout nella rotazione dei podcasts (http://tinyurl.com/yyfva9sj).

Prima di lasciare spazio al radioplayer della chiacchierata con Fabrizio Brianzi e Marco Zannardi, ecco la lettura che di Triduo hanno dato proprio Fabrizio e Marco (testo, testo ed accordi):

"Chi può dire chi non sono io?
Il brano racconta la storia di un uomo senza speranza, solo, abbattuto, che non trova un senso nella propria vita e di come l’incontro con un Dio vicino e umano gliel’abbia cambiata. Al contempo si crea un parallelismo tra la sua vita e la Passione di Cristo. Le quattro strofe parlano infatti, in successione, dei quattro giorni della passione, morte e risurrezione: giovedì (l’ultima cena), venerdì (la morte in croce), sabato (la discesa agli inferi), domenica (la risurrezione). Nella prima strofa si narra di una cena offerta da alcuni senzatetto, gli ultimi della nostra società, al nostro protagonista, che si accorge tuttavia di essere più disperato di loro; è una offerta silenziosa, non richiesta, ma evidente agli occhi di tutti -anche di chi, in teoria, dovrebbe essere in una condizione peggiore-. Nella seconda abbiamo la morte dell’animo del nostro uomo, che si sente annegare nella sua condizione e non riesce a trovare una via d’uscita se non nell’evasione: qui si affronta l’analogia con la morte di Cristo. Questa “evasione” si rafforza poi nella terza parte, dove si realizza la discesa agli inferi “terreni” per l’uomo, che pur di scappare dalle sue sofferenze si riduce ad uno straccio, cercando un minimo di conforto anche in ciò che conforto non può portare. Infine, nell’ultima parte, emerge la consapevolezza della resurrezione di Cristo nella propria vita: il protagonista si accorge di non essere solo, di avere qualcuno accanto che non solo gli augura buona strada, ma su questa strada lo accompagna lui stesso. Egli riprende consapevolezza di sé (“e s’era un uomo ad esser Dio, chi può dire chi non sono io?”), di ciò che è e di ciò che significa la vita, accogliendo Dio, senza sentirsi più solo. Marco Zannardi / Lemure Attento – autore del testo e della musica

Per una Buona Novella 2.0
Parlare di un Triduo pasquale odierno non è troppo facile, così come spesso, a mio modesto avviso, non è facile per noi operare in prima persona una sincera e consapevole attualizzazione delle Sacre Scritture. Certo, per gli scout [piacentini, ndr] la Pasqua è la Route [di Zona, ndr], ma non possiamo negare, nemmeno noi simpatici amici in camicia azzurra e braghe corte blu, di ricorrere spesso ad aiuti di vario genere (dalle omelie dei nostri parroci ad esegesi online di facile consultazione) per raccapezzarci sul periodo dell’anno liturgico che stiamo affrontando, per conoscere e “rinfrescarci” un minimo sulle Letture. E in ogni caso, anche quando abbiamo la fortuna di comprendere veramente il testo sacro, trovando la pappa pronta rischiamo di rinunciare alla fase più importante: quella di “riproduzione” del testo su noi stessi. Ebbene sì, riproduzione. Una semplice canzone, da riprodurre, forse ci può aiutare, così come tutte le forme d’arte che riescano in qualche modo a colpirci nell’immediatezza, nell’assenza di mediazione. La prima volta che ho sentito il brano scritto da Marco, ho colto immediatamente i numerosi riferimenti stilistici e artistici ai cantastorie italiani per eccellenza (da Guccini alla Mannoia, da Bennato a Cristicchi, e via dicendo) e allo stesso tempo ho avuto la fortuna di fare immediatamente mio il suo testo, un bell’esempio di una vera e reale attualizzazione, di una viva e autentica rielaborazione del testo sacro. Per la stessa ragione (ma questo non diteglielo, sennò si vanta, ndr) mi hanno sempre colpito i lavori di Faber, dal quale si può inoltre rintracciare un’ulteriore riferimento: nel 1970 il maestro di Genova apriva La Buona Novella con Laudate Dominum, e la chiudeva con Laudate Hominum. Seppur datata, la “provocazione” sull’umanizzazione di Dio la dovremmo raccogliere quotidianamente, perché consiste nella realizzazione dei testi sacri, e dunque nella nostra realizzazione. Questo brano è solo un piccolo tentativo di tutto ciò, speriamo di suscitarne, di alimentarne altrettanti in voi. Buona Strada! Francesco Brianzi / Maestrale Effervescente – arrangiatore, autore della musica"



Le tre versioni di Triduo: Original, Campfire & Instrumental